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martedì 12 giugno 2012

Roma - Antico Caffé Greco

“Il Caffè Greco” Renato Guttuso, 1976, Colonia, Museo Ludwig (fonte Internet)

Cos’hanno in comune Buffalo Bill, Gabriele D’Annunzio e Papa Leone XIII?

Se cercate la risposta la trovate all’Antico Caffè Greco, a Roma, nella centralissima Via Condotti, a due passi da Piazza di Spagna e da Trinità
dei Monti, perché questi illustri personaggi sono stati tra i visitatori di questo vero e proprio pezzo di storia.
Entrare in questo Caffè equivale a fare un viaggio nel tempo: i tavolini con marmi antichi, uno diverso dall’altro, sembrano popolati da personaggi di altri tempi, intenti a scrivere un racconto, una poesia o a leggere un libro in attesa che venga servito loro il caffè.

E allora, se siete di passaggio a Roma fate una pausa per assaporare il caffè nella famosa tazzina cerchiata di arancione: non abbiate fretta, fate un giro per le piccole sale, guardate le opere d’arte appese alle pareti e provate ad immaginare quali preziose discussioni filosofiche e artistiche abbiano trovato ospitalità tra queste mura.
 

Un fascino antico, che ha sedotto anche il grande pittore siciliano Renato Guttuso, che nel 1976 volle ritrarre il “suo” Caffè Greco”.
Un altro famoso pittore, Giorgio De Chirico, soleva dire che "il Caffè Greco è l'unico posto dove ci si può sedere e aspettare la fine del mondo”, ma voi non vi trattenete così a lungo, che siete a pochi passi da Trinità dei Monti, e le cose da vedere sono tante …

What have in common Buffalo Bill, Gabriele D'Annunzio and Pope Leone XIII?
If you are looking for the answer, you can find it at the Antico Caffé Greco, in Rome, on Via Condotti, near the Spanish Steps and Trinita dei Monti, because these famous people were among the visitors of this truly piece of history.

Entering this coffee is like making a journey through time: the tables with antique marbles (different one to another) seem populated by characters from the past, intent on writing a story, a poem or reading a book waiting to be served for their coffee.


So, if you're passing through Rome, take a break to enjoy this coffee in the famous cup circled in orange: do not rush, take a walk around the small rooms, look at the artwork hanging on the walls and try to imagine the valuable artistic and philosophical discussions that have been hosted within these walls.


A charm that has fascinated also the great Sicilian painter Renato Guttuso, who in 1976 wanted to portray "his" Caffé Greco".
Giorgio De Chirico (another famous Italian painter), used to say that "the Caffé Greco is the only place where you can sit and wait until the end of the world"...
...but, please, don't wait for so long, that you are so close to Trinità dei Monti, and there are so many things to watch ...


lunedì 20 febbraio 2012

Arancini


"Gli arancini di Montalbano" è il titolo di uno dei racconti di Andrea Camilleri, dove il lieto fine vede il commissario siciliano tornare a casa per gustare i deliziosi arancini preparati per lui dalla cammarera Adelina.
Eh si, perché, pur essendo sconosciuta l'origine di questa bontà, l'arancino (o arancina) è un siciliano doc, proprio come il celebre commissionario Montalbano.
  
"Gli arancini di Montalbano" - fonte Internet
Allora, le cose stanno così: prendete il primo aereo possibile, atterrate a Palermo, o a Catania, fate un giro per la città e... troppo complicato?
Allora vi dò una mano (e una ricetta):
Ingredienti:
400 g di riso vialone nano o semifino
1,2 l circa di brodo vegetale
1 cipolla piccola
50 g di burro
60 g di parmigiano o grana grattugiato
1 bustina di zafferano
500 g di ragù di carne
150 g di pisellini freschi o surgelati lessati
100 g di caciocavallo fresco
2 uova
300 g di pangrattato
3 g di farina
Olio per friggere
Scaldate il burro in una casseruola e fate appassire la cipolla tritata fine. Quando la cipolla comincia a prendere colore, unitevi il riso e fatelo tostare per qualche minuto nel soffritto, mescolando.
Aggiungete il brodo (che deve essere bollente), e continuare ad aggiungerlo man mano che si asciuga, sempre mescolando.
Verso fine cottura ( a ¾ di cottura) unite lo zafferano sciolto in un cucchiaio di acqua calda.
Il riso dovrà essere al dente ed asciutto.
Aggiustate di sale.
Amalgamatevi il formaggio grattugiato e stendete il riso su un largo piatto o su una teglia leggermente imburrata, e lasciatelo raffreddare.
Mescolate i piselli insieme al ragù, che dovrà essere piuttosto asciutto.
Tagliate il caciocavallo a dadini.
Prendete in mano una cucchiaiata di riso, fateci un incavo e riempitelo con un po’ di ragù e con un dadino di caciocavallo.
Chiudete con un po’ di riso e modellate con la mani l’arancino, che dovrà avere la forma di una piccola arancia.
Poi adagiate gli arancini leggermente nella farina.
Infarinate bene gli arancini e passateli prima nell’uovo sbattuto e poi nel pangrattato.
Li friggiamo in abbondante olio e quando son ben dorati, li scoliamo.
Vanno serviti caldi, ma non bollenti.
Un suggerimento per stupire i vostri ospiti?
Provate a fare dei piccoli arancini da servire come antipasto, accompagnandoli con un ottimo vino bianco. 

Salutamu! 

"The Montalbano's arancini" is the title of one of the stories by Andrea Camilleri, where in the happy ending the Sicilian inspector returns home to the delicious rice balls prepared for him by the housekeeper Adelina.
Oh yes, because, although the origin of this goodness is unknown, the arancino (or arancine) is a true Sicilian, just like the famous Inspector Montalbano.

Things are like this: Take the first plane possible, land in Palermo or Catania, take a tour around the city and ... too complicated?
So, maybe it's better give you an hand (and the recipe): 

Ingredients:
- 400 g of rice Vialone Nano (a variety of rice typical of southern Veronese plain)  or Semifino rice
- approximately 1.2 liters of vegetable broth
- 1 small onion
- 50 g of butter
- 60 g of grated parmesan or grana
- 1 sachet of saffron
- 500 g of meat sauce
- 150 g of fresh peas, or frozen boiled
- 100 g of Caciocavallo cheese (is a type of stretched-curd cheese made out of sheep's or cow's milk)
- 2 eggs
- 300 g of breadcrumbs
- 3 g of flour
- oil for frying

Heat the butter in a saucepan and sauté the finely chopped onion.
When the onion begins to brown, add the rice and let it harden for a few minutes in pan, stirring.
Add the broth (which must be boiling), and continue to add as it dries, continuing to stir.
Towards the end of cooking (a firing ¾) join the saffron dissolved in a tablespoon of hot water.
The rice should be al dente and dry.
Season with salt.
Mix in the grated cheese and spread the rice on a large plate or on a lightly buttered baking sheet, and let cool.
Mix the peas with the sauce (which should be fairly dry).
Cut the Caciocavallo cheese into cubes.
Pick up a spoonful of rice, do a recess and fill it with some meat sauce and with a cube of Caciocavallo cheese.
Close the recess with a bit of rice, and mold the arancino with your hands, until it will take the form of a small orange
Then lay lightly the arancini in the flour.
Flour well the arancini and pass them first into the beaten egg and then into breadcrumbs.
Fry them in olive oil and when they are golden brown, drain them.
They should be served warm but not hot.
A tip to impress your guests?
Try to make small arancini (something like small croquettes) to serve them as an appetizer, accompanied by a good white wine.
That's all!
See you soon, cumpari!

mercoledì 22 giugno 2011

Pesto e Gamberi


Il pesto è già stato protagonista di due miei post, e come dice il proverbio, non c'è due senza tre.
L'occasione giusta è stata una bella gita in Liguria, una terra che amo particolarmente.
Ecco a voi quindi la ricetta del Pesto Genovese, accompagnato da pasta e gamberi.
Ingredienti per 4 persone:
70 grammi di foglie di basilico
30 grammi di pinoli
60 grammi di parmigiano reggiano grattugiato
30 grammi di pecorino sardo grattugiato
1 spicchio d'aglio
10 grammi di sale grosso
80 cc di olio extravergine d'oliva
400 grammi di pasta
500 grammi di gamberi

Seconda la ricetta tradizionale per preparare il pesto si utilizzano il mortaio di marmo ed il pestello di legno.
Lavate in acqua fredda le foglie di basilico e mettetele ad asciugare su un canovaccio senza stropicciarle.
Nel mortaio mettete prima lo spicchio d'aglio insieme ai pinoli, e comiciate a pestarli fino a ridurli in crema.
A questo punto aggiungete alcuni grani di sale e le foglie di basilico, fino a riempire la cavità del mortaio.
Pestate il basilico con un dolce movimento rotatorio del pestello sulle pareti.
Dopo aggiungete i due formaggi, il parmigiano e il pecorino, e versate a filo l'olio extravergine d'oliva.
La lavorazione deve essere breve, per evitare problemi di ossidazione.

Se non avete mortaio e pestello in casa, potete usare il mixer: c'è forse meno poesia, ma il risultato è comunque ottimo.
Mettete nel mixer tutti gli ingredienti insieme, e frullate alla velocità più bassa, procedendo a scatti (frullate per qualche secondo poi interrompete per qualche secondo e così via), per evitare che il pesto si scaldi troppo.

Ora che abbiamo il pesto, siamo pronti a farlo sposare con gamberi e pasta, come ho fatto io in questa ricetta semplicissima.
Pulite i gamberi sgusciandoli e togliendo il filetto nero.
Lessateli per due minuti in acqua con un poco di sale.
Cuocete la pasta e quando è al dente scolatela e conditela con il pesto ed i gamberi appena scottati.

Et voilà, il piatto è pronto: buon appetito!



The Pesto sauce has already starred in two of my post, and as the saying goes, good things come in threes.
The occasion was just a nice trip in Liguria, a land that I particularly love.
Here is the recipe for Pesto Genovese, accompanied by pasta and shrimp.

Ingredients for 4:
4 bunches of fresh Genoese basil
30 g pine nuts
60 g aged Parmesan cheese grated
30 g Pecorino Sardo cheese grated
1 garlic glove
10 g coarse salt
80 cc extra-virgin olive oil
400 grams of pasta
500 grams shrimp

The marble mortar and wooden pestle are the traditionally tools used to prepare Pesto.
Wash in cold water the basil leaves and dry them on a tea towel without rubbing.
In the mortar finely crush the garlic clove together with pine nuts until they are smooth, reducing them in cream.
Add a few grains of salt and the basil leaves, to fill the cavity of the mortar.
Grind the basil with a gentle twisting motion of the pestle on the walls.
When the basil drips bright green liquid, add the two cheeses, Parmesan and Pecorino cheese, and pour slowly the olive oil.
The process should be short, to avoid oxidation problems.

If you do not have a mortar and pestle, you can use the mixer: there is perhaps less poetry but the result is still very good.
Put all ingredients together in a blender, and blend on lowest speed, going in spurts (blend for a few seconds then stop for a few seconds and so on), to prevent the pesto becoming too hot.
Now that we have the Genoese Pesto, we are ready to marry it with shrimp and pasta, as I did in this recipe easy.
Clean the peeled shrimp and removing the black thread.
Boil for two minutes in water with a little salt.
Cook the pasta and when is slightly underdone, drain and dress it with Pesto and shrimp just blanched.

And the dish is ready: bon appetit!

venerdì 27 maggio 2011

Bistecca Fiorentina


"Il segno che nella città questa vostra arte ha lasciato qualcosa di importante è un segno evidente, molto forte, che proprio attraverso occasioni come questa di oggi riusciamo nuovamente ad alimentare."
Eugenio Giani, Presidente del Consiglio Comunale di Firenze

Come si fa quando si hanno tante cose da dire, e tutte interessanti?
Si comincia subito!
La famosa Bistecca Fiorentina è stata celebrata a Firenze con tutti gli onori del caso, e con lei i suoi paladini più nobili, ovvero sia i macellai ed i cuochi fiorentini, che si sono radunati nel bellissimo Salone dei 500, l'imponente sala di Palazzo Vecchio, ricevuti dal sindaco della città. Dopo le cerimonie del caso, con la nomina degli Ambasciatori della Fiorentina nel Mondo (tra questi anche il Ct della Nazionale Cesare Prandelli), la festa è continuata con un corteo storico che ha accompagnato cuochi e macellai lungo le strade della città.

Ascoltiamo nel primo video la storia dei macellai a Firenze, quando ancora si chiamavano beccai e le loro botteghe erano le regine di Ponte Vecchio.

Quanta storia, e quanto gloriosa!


Così scortati cuochi e macellai sono infine arrivati a Piazza della Repubblica, dove si sono messi al lavoro per offrire una degustazione di "vera bistecca fiorentina" ai fortunati presenti.

E per chiudere, prima dei titoli di coda, un ringraziamento particolare al Presidente Onorario dell'Associazione Cuochi Fiorentini, Cav. Eliseo Guidetti, e ad Angelo Mazzi, Presidente della stessa associazione.

A presto!

"The sign that the art of butchers in this city has left something important is a clear sign, very strong, and I think that through days like this we can continue to let this sign be important".
This time I did one more thing for my foreign friends, and I put subtitles to the first video. This is because the story is very interesting and tells of how once upon a time in Ponte Vecchio, in place of the beautiful goldsmith shops that are there today, there were the shops of butchers.
The change was very fast.
The Grand Duke Cosimo I de 'Medici first decided to realize the Vasari Corridor in connection with the marriage of his son. The enclosed passageway allowed the Grand Duke to move freely between his residence and the government palace, when, like most monarchs of the period, he felt insecure in public. Then he made move the meat market to avoid its smell reaching into the passage.
This is the first story of this day, when the city of Florence pays tribute to some of his most valuable artists: the Butchers.

In the picture below the famous Ponte Vecchio. In the second box in the upper right, the Vasari Corridor, which connects Palazzo Vecchio with Palazzo Pitti crossing the bridge.
In the bottom left corner, the inside of the Corridor, where it is exposed a large collection of portraits of the seventeenth and eighteenth centuries.
Bottom right, the Bridge and in the background you can glimpse the dome of Brunelleschi's Duomo in Florence.

... so, what you're waiting for to come in Florence?
See you soon!

mercoledì 18 maggio 2011

Pasta alla Norma

«Casta Diva, che inargenti 
Queste sacre antiche piante,
Al noi volgi il bel sembiante,
Senza nube e senza vel » 
(Norma, Atto I) 

Pasta Ca' Norma, così la chiamano i Siciliani, o meglio i Catanesi, gli autori originali di questo piatto ricco di gusto. Leggenda vuole che a dare il nome Norma a questa ricetta sia stato il poeta e scrittore catanese Nino Martoglio, che davanti ad un piatto di pasta così condito esclamò: "È una Norma!", paragonandola quindi all'opera lirica di Vincenzo Bellini (anche lui catanese) ed esprimendo in tal modo la perfezione della pietanza.
E se questo non bastasse, pensate che la prima grande interprete dell'Opera di Bellini fu il celebre soprano Giuditta Pasta. 
E allora, senza indugi prepariamoci all'Opera!

Ingredienti:
400 grammi di pasta
2 melanzane medie
4 cucchiai di olio d’oliva
1 Kg. di pomodori freschi
200 grammi di ricotta salata (in alternativa si può usare il parmigiano o il grana)
farina
un ciuffo di basilico
olio di semi per friggere
2 spicchi d’aglio
pepe e sale
sale grosso

Cominciamo tagliando le melanzane a fette di 1 cm circa, e dopo mettiamole in uno scolapasta alternandole con il sale grosso; questo ci serve per togliere l’amaro della melanzana.
Facciamole riposare per circa un’ora.
Sbollentiamo i pomodori in acqua bollente per circa ½ minuto, trasferiamoli in acqua fredda e spelliamoli.
Asciughiamo le melanzane con della carta assorbente, passiamole nella farina e iniziamo a friggerle. 
Quando saranno dorate le mettiamo ad asciugare nella carta da cucina.
Tagliamo i pomodori a cubetti e privandoli dei semi.
In una padella antiaderente mettiamo l’olio d’oliva e l’aglio e facciamolo dorare. Aggiungiamo quindi i pomodori, il basilico ed il sale, e facciamo cuocere a fiamma media per circa 10 minuti: quando il sugo è cotto togliamo gli spicchi d’aglio.  
Caliamo la pasta e quando è ancora al dente la scoliamo, la aggiungiamo al sugo, e la mantechiamo con una grattugiata di ricotta salata.
Mettiamo sul fondo del piatto di portata qualche fettina di melanzana, adagiamo sopra la pasta, e finiamo il piatto con un'altra fettina di melanzana, una spolverata di ricotta salata e qualche foglia di basilico.   

Ora che l'avete davanti, non vi sembra davvero una Norma?!?
Buon appetito e alla prossima....


Pasta Ca' Norma, so the Sicilians call it, or rather the people of Catania, the original authors of this dish rich in taste. The name to this recipe was probably gave by the poet and writer Catanian Nino Martoglio, that in front of a plate of pasta so seasoned said: "It's a Norma!", comparing it to opera by Vincenzo Bellini (also Catanian him) to express the perfection of the dish.
And if this were not enough, consider that the first great interpreter of the Opera of Bellini was the celebrated soprano Giuditta Pasta.
So get ready without delay to the Opera!

Ingredients:
400 grams of pasta
2 medium eggplants
4 tablespoons olive oil
1 kg of fresh tomatoes
200 grams of ricotta salata cheese (you can use also parmigiano or grana padano)
flour
a sprig of basil
oil for frying
2 cloves garlic
salt and pepper
coarse salt

Let's start by cutting the eggplant into slices about 1 cm, and then put them in a colander, alternating with coarse salt; doing this we remove the bitterness of the eggplant.
Let's do it sit for about an hour.
Blanch tomatoes in boiling water for about ½ minute, put them into cold water and peel.
Dry the eggplant with paper towels, pass them in flour and fry.
When they are golden, put out to dry in paper towels.
Cut the tomatoes into cubes and remove seeds.
In a pan put olive oil and garlic and let's do it brown. Then add the tomatoes, basil and salt and let cook on medium heat for about 10 minutes: when the sauce is cooked, remove the garlic cloves.
Cast the pasta, and when the pasta is still slightly underdone, add sauce, and whipped with grated ricotta salata cheese.
On the bottom of the dish put few slices of eggplant, put over the pasta, and finish the dish with another slice of eggplant, sprinkle with ricotta salata and a few basil leaves.
That's a dish! It's a Norma...